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Ora Solare 2023: date, come regolare gli orologi e implicazioni

Introdotta definitivamente nel 1966, l’ora legale aveva l’obiettivo principale del risparmio. Basti pensare che nel 2016, grazie all’ora legale, abbiamo risparmiato ben 573 milioni di kilowattora, equivalente al consumo annuo di 210.000 famiglie italiane. Non solo: con l’ora legale si previene anche l’emissione di circa 300mila tonnellate di anidride carbonica, contribuendo alla protezione dell’ambiente.

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Come Funziona

All’arrivo della primavera, anticipiamo le lancette di un’ora, spostamento che viene poi annullato in autunno. La ragione? Sfruttare le lunghe giornate estive, posticipando l’arrivo del buio e risparmiando sull’illuminazione.

Ciò significa anche che, nonostante perdiamo un’ora di sonno la notte del cambio, nei mesi successivi possiamo godere di serate più luminose, con tramonti che in alcuni casi si protraggono fino alle 23.

L’idea dell’ora legale non è recente. Benjamin Franklin, nel Settecento, fu tra i primi a capire che regolando l’orario secondo la luce solare, si poteva risparmiare molto sull’illuminazione. In Italia, l’ora legale vide la luce nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, diventando poi una costante dal 1966. Dal 2001, poi, l’Unione Europea ha armonizzato le date del cambio per tutti gli Stati membri.

Il Ritorno dell’Ora Solare

La notte tra il 28 e il 29 ottobre segnerà il ritorno dell’ora solare. Precisamente, alle 3 del mattino di domenica 29, dovremo spostare le lancette all’indietro di un’ora, regalandoci così un’ora di sonno in più. Questo porterà a giornate che si oscureranno prima la sera e si illumineranno prima al mattino.

Tuttavia, il numero totale di ore di luce diminuirà progressivamente fino al solstizio d’inverno, dopodiché le giornate inizieranno nuovamente a prolungarsi. E ricordate, l’ora legale tornerà il 31 marzo 2024, alle 3:00.

Le Implicazioni del Cambio d’Ora

Il beneficio immediato del cambio d’ora è l’opportunità di godersi un’ora di sonno in più. Ma, non è così semplice come sembra. Diversi studi hanno rivelato che il nostro ritmo circadiano può non adattarsi immediatamente a questo cambiamento. Alcuni potrebbero svegliarsi come al solito, nonostante l’ora in più. Tra gli altri effetti che alcune persone potrebbero sperimentare ci sono:

  • Difficoltà a dormire, con episodi di insonnia o sonno disturbato.
  • Aumento della sonnolenza, che potrebbe influire sulla concentrazione nelle prime fasi del cambio.
  • Maggiore stress per coloro che faticano ad adattarsi al nuovo orario.
  • Possibile disallineamento tra la fame percepita e gli orari abituali dei pasti.

È fondamentale ascoltare il proprio corpo durante questo periodo di transizione e adottare strategie che ci aiutino ad adattarci al meglio.

Il passaggio all’ora legale può, per alcuni, creare scompiglio nei ritmi biologici, simile al jet lag. Cambiando l’orario, infatti, può succedere di sentire fame o sonno in momenti inaspettati. Ma, proprio per ridurre questi disagi, si è scelto il fine settimana per il cambio, offrendo un periodo di adattamento prima della settimana lavorativa.

Un Futuro Incerto

Nonostante i benefici, l’ora legale ha i suoi detrattori. Nel 2018, una consultazione della Commissione Europea ha visto l’84% dei partecipanti chiedere l’abolizione del cambio d’ora. E, nel 2019, sembrava che l’ora legale fosse destinata a sparire dal 2022. Tuttavia, tra crisi energetiche e pandemie, la situazione è ancora in evoluzione.

L’ora legale rappresenta un’importante misura di risparmio energetico e protezione ambientale, un’eredità del passato che ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e le risorse a nostra disposizione.