Il vitello scappa dal macello grazie alle sue ridotte dimensioni e viene adottato da una famiglia

Nel mondo è molto combattuta la questione se sia giusto o meno che gli animali vengano sfruttati e allevati per il nostro sostentamento.

Molte persone sono contrarie al consumo della carne, per le sofferenze che questo atto porta a tantissime creature. Ovviamente esistono in tutto il mondo allevamenti che si occupano di crescere animali destinati al macello e questa è una realtà che difficilmente potrà cambiare.

Per coloro che tuttavia amano molto gli animali, si possono ancora scoprire delle storie toccanti che vedono proprio questi esserne i protagonisti.

Un esempio di ciò è la storia di un vitello di nome Delbur e i fatti accaduti a questo animale sono davvero fantastici. Delbur è un vitello cresciuto in un allevamento che si occupa di fornire animali ai macelli.

Anche questo vitello sarebbe dovuto giungere a questa triste fine, tuttavia le sue dimensioni estremamente minute hanno fatto desistere il macellaio dal suo acquisto.

I proprietari di Delbur, pertanto, hanno visto questo come un segno del destino ed hanno deciso di tenere questo vitellino con loro, proprio come se fosse un animale domestico.

Delbur ha trovato una famiglia veramente amorevole, e trascorre le sue giornate a giocare con i bambini, a correre e a dormire.

In breve tempo tutti loro si sono affezionati tantissimo a questo animale, che si è rivelato essere incredibilmente curioso e molto intelligente. Delbur adora aprire le maniglie delle porte e lecca tutto quello che trova alla sua portata.

Sicuramente questo vitello è stato molto fortunato, dato che il suo destino è stato infinitamente diverso rispetto a quello di tanti altri suoi simili.

In molte occasioni dimentichiamo con troppa facilità che la carne che acquistiamo al supermercato o in macelleria proviene da una creatura vivente e forse, se imparassimo a diminuire i quantitativi di cibo di origine animale, molto probabilmente permetteremmo a più creature di vivere serenamente e felicemente la propria esistenza, senza necessariamente doverla concludere dentro un nostro piatto.